sabato 3 maggio 2014

Piazza. Altri migranti, anche nel centro storico? Operatori turistici preoccupati scrivono al sindaco

Un nuovo centro di accoglienza per migranti in pieno centro storico? Gli operatori turistici lanciano l’allarme, manifestando forte preoccupazione per gli scenari futuri legati alla gestione del fenomeno migratorio nella città dei mosaici e per il loro impatto sul comparto turistico. L’associazione turistico-culturale Mira 1163, di cui fanno parte numerosi imprenditori del settore della ricezione alberghiera, della ristorazione e dei servizi per i visitatori, ha preso carta e penna ed ha subito scritto una lettera al sindaco Filippo Miroddi, chiedendo un immediato “approfondimento” della questione con la Prefettura di Enna. In atto sono oltre 250 i migranti ospiti di due strutture ricettive. “Pare che si stia ristrutturando in pieno centro storico un immobile da adibire a centro di accoglienza, destinato a circa una cinquantina di persone provenienti dai Paesi africani ed orientali, richiedenti asilo politico per motivi umanitari, perché nelle loro regioni di provenienza vi sono guerre e carestie”, dice Francesco Galati, presidente di Mira 1163. Il numero totale dei migranti in città salirebbe a 300 unità. Da più parti il numero viene considerato eccessivo... in rapporto alla popolazione piazzese, tale da mettere a repentaglio le opportunità di integrazione che un numero ridotto agevolerebbe. “Si sa bene che ulteriori arrivi, e con accoglienza proprio in pieno centro storico, sono di forte scompenso per le attività commerciali e turistiche”, dice Galati, il quale spiega meglio i timori legato all’impatto potenziale della vicenda sul comparto: “La scelta di un centro di accoglienza in pieno centro storico andrebbe a vanificare tutti gli sforzi di investimenti economici e recupero di immobili ai fini turistici da parte di imprenditori che tanto si stanno impegnando per rendere fruibile e visitabile il centro storico, per affermare un’economia turistica che a stento sta decollando dopo l’improvvida introduzione del biglietto unico obbligatorio Villa Romana del Casale-museo di Aidone-Morgantina, il quale di fatto ha portato a bypassare la città per visite verso altri siti o per rinunzie da parte dei turisti”. L’associazione ha il timore che la “governance” del fenomeno possa sfuggire di mano a livello nazionale, lasciando poi gli enti locali in situazioni nelle quali alcuni equilibri potrebbero spezzarsi. Tutto questo, dicono dall’associazione, “fermo restando che la nostra città ha sempre dimostrato e dimostra di essere accogliente verso chiunque intenda soffermarsi e risiedere anche in modo permanente”. Già un imprenditore locale, Agostino Sella, nella cui struttura da alcuni anni si alternano come ospiti un certo numero di migranti, qualche settimana fa aveva lanciato l’appello alle forze politiche a non sottovalutare gli effetti negativi che sull’integrazione dei migranti potrebbe avere un numero eccessivo di unità sul territorio piazzese.

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens
In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

Corrado Augias e Vito Mancuso
Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo