sabato 20 giugno 2015

Piazza Armerina. Strade colabrodo, tra buche, legali, risarcimenti e transazioni



PIAZZA ARMERINA. Le strade colabrodo della città dei mosaici costano caro alle casse comunali. Il Comune va spesso sotto nelle cause di risarcimento danni intentate dai cittadini. In alcuni casi si tenta di resistere nominando un legale, in altri il braccio di ferro è perso in partenza e si percorre la strada della transazione. L’ultimo caso una sentenza del Giudice di Pace con cui il Comune viene condannato a 5 mila euro, oltre a 1.860 euro per interessi legali, spese di giudizio, più la consulenza del perito. Una madre si era rivolta ai giudici dopo un sinistro occorso al proprio figlioletto. Sala delle Luci ha deciso di ricorrere in appello e ha impegnato 1500 euro per pagare un proprio legale. Il prossimo 7 luglio il Comune si dovrà presentare davanti al giudice per un’altra vicenda: in questo caso è una donna, inciampata su una basola in piazza Garibaldi e finita a terra riportando alcune lesioni personali, a chiedere 5 mila euro di risarcimento danni. Anche in questo caso nomina di un legale da parte della giunta comunale e impegno di spesa di 800 euro per pagare un avvocato. Buche e trappole in giro per le strade, i cittadini subiscono danni e il Comune paga con accordi bonari per evitare guai peggiori davanti ai giudici. Chiusi appena qualche mese fa, ad esempio, cinque accordi di transazione con altrettanti cittadini per un totale di 5.500 euro, tutti relativi a utenti che erano incappati...
in cadute o piccoli incidenti stradali a causa delle cattive condizioni del manto stradale. Dal settore comunale Contenzioso, in una nota, la spiegazione della scelta: “Per almeno quattro transazioni il solo incarico ad un legale da parte del Comune costerebbe più del risarcimento danni proposto a titolo transattivo”. Tutte vicende nelle quali gli uffici consideravano persa in partenza una causa. Da qui la scelta di accordarsi. Insomma il Comune per un motivo o l’altro va quasi sempre in perdita in questi casi. Investire di più nella manutenzione delle strade farebbe finire meno gente all’ospedale, eviterebbe una certa dose di furbi che non manca e soprattutto sarebbe cosa gradita per pedoni e automobilisti. La storia comunale è piena di queste vicende. Risarcimenti danni per 160 mila euro vennero chiesti in giudizio da cittadini piazzesi, ad esempio, nei primi tre mesi e mezzo del 2011. Processi civili per i quali l’amministrazione ha dovuto nominare un proprio legale. Anche perché in alcuni casi le cifre in ballo sono rilevanti. Il Comune in questi anni è dovuto comparire davanti al tribunale civile di Enna, ad esempio, per una caduta del 2009 in via Muscarà. La donna in quel caso ha chiesto un risarcimento di 31 mila euro dopo essere caduta a terra, inciampando su un tombino. In un altro caso la richiesta di risarcimento ammontava a 25 mila euro. Maxi risarcimento di oltre 100 mila euro, invece, quello chiesto qualche anno fa alla Corte di Appello di Caltanissetta da una signora per una caduta con il ciclomotore risalente al 1995. (Giornale di Sicilia - 13 giugno 2015)

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