PIAZZA
ARMERINA. Il “tesoretto” della Villa Romana del Casale, il cosiddetto 30 per
cento degli incassi del sito archeologico, per legge spettante al Comune,
avrebbe dovuto portare nel 2014 ben 810 mila euro nelle casse della città,
visto che l’incasso totale del 2014 per i mosaici alla biglietteria è stato di
2 milioni e 707 mila euro (dati Regione Siciliana). A questi 810 mila euro
bisogna aggiungere i 522 mila euro del 2013 (cioè il 30 per cento dell’incasso
totale del 2013 ammontante a 1 milione e 743 mila euro) oltre ad una somma
stimabile tra i 600 e i 700 mila euro per il 2015 in corso, per un totale di
quasi 2 milioni di euro in tre anni (2013-2015). Sarebbe il caso che Comune e
Regione, con un bel prospetto chiaro e trasparente, spiegassero quanto di
questa somma è stato incassato finora dalla tesoreria comunale, quanto è stato
speso, come è stato speso e come si intenderà spendere per il restante 2015
(visto che una convenzione tra Comune e Regione indica i punti programmatici di
spesa). Il gruppo consiliare del Pd ha appena presentato un’interrogazione
nella quale in sostanza si chiedono queste cose, ma credo che i dati
interessino tutti. L'aspetto “politico” di questa realtà contabile così preziosa,
per la sua potenziale e mai fino in fondo espressa ricaduta sul territorio,
rimane sempre lo stesso: la capacità degli amministratori locali di influenzare
in modo strategico il contenuto della prossima (misteriosa) convenzione
Comune-Regione 2015-2017, per inserirvi piani di promozione e sviluppo del
territorio per fini turistici sul medio e lungo periodo, in grado di poter
avere ricadute occupazionali serie sulla città. Se come Comune diventiamo solo
lo sportello bancomat del Parco Archeologico della Villa Romana, con la Regione
che attraverso i propri uffici periferici decide da sola quanto spendere e come
spendere i soldi del 30 per cento, allora la legge regionale 10/99 (quella sul
30 per cento) diventa solo una partita di giro umiliante per la politica
locale.
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3 commenti:
Ci sono parecchie determine di impegni di spesa a valere su quel capitolo,dalle quali non si evince in modo chiaro la ragione dell'impegno stesso.
Una convenzione certamente da rivedere perché le amministrazioni che si sono succedute hanno le mani legate sugli investimenti di promozione da fare nel territorio comunale; mentre è più che un bancomat per il Museo Archeologico Villa Romana del Casale che adopera quelle somme per la villa e le sue pertinenze.
Una convenzione certamente da rivedere perché le amministrazioni che si sono succedute hanno le mani legate sugli investimenti di promozione da fare nel territorio comunale; mentre è più che un bancomat per il Museo Archeologico Villa Romana del Casale che adopera quelle somme per la villa e le sue pertinenze.
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